Nella Silicon Valley esiste un’azienda che offre servizi online che è più potente di Google, più penetrante di Facebook e più coinvolgente di Apple. Anzi, a ben pensarci è come se fosse la somma delle tre.
Se ancora non conosci quest’immensa corporate è perchè non hai letto Il Cerchio, l’ultimo romanzo (ebbe sì, puoi tirare il fiato, sto parlando di un libro) di Dave Eggers.
La trama in breve
La giovane Mae Holland, dopo una breve e frustrante esperienza lavorativa nel paese natale, viene assunta al Cerchio, la più influente azienda al mondo nella gestione di informazioni web. Il Cerchio è nato appena 8 anni prima, dalle menti visionarie di tre fondatori, ma in breve tempo ha occupato un intero quartiere nella baia di San Francisco.
Mae adora tutto del Cerchio e del campus dove ora lavora: gli open space avveniristici, le palestre e le piscine, la zona riposo con le mini camere per chi si trovasse a passare la notte al lavoro (a lei capiterà spesso), i tavoli da ping pong, le feste…
Superate alcune incomprensioni, pur di integrarsi nella community Mae non esita ad acconsentire alla richiesta di rinunciare alla propria privacy e di trasmettere in streaming la propria vita. “Se non sei trasparente, cos’hai da nascondere?” è una delle frasi che le vengono praticamente messe in bocca e che diventa uno dei motti dell’azienda.
Mae diviene popolarissima, un vero e proprio influencer, finchè un uomo dal fascino misterioso, invisibile online, le insinua un dubbio: il progetto di usare i social network per creare un mondo più sicuro in assenza di privacy è davvero privo di conseguenze o rende gli esseri umani più esposti e fragili, alla fine più manipolabili?
La fine è vicina, il cerchio sta per “completarsi”, dove si schiererà Mae?
Scommetto che non indovinerai.
Attinenze con la realtà
Nonostante l’attualità dei temi trattati, non si tratta di un docu-romanzo o di qualcosa di biografico. I riferimenti ad aziende esistenti sono solo implicite insinuazioni.
Il Cerchio non esiste e il romanzo si svolge presumibilmente in un futuro prossimo, i protagonisti potrebbero essere i nostri figli da grandi.
Il romanzo ha tante idee carine, ma la morale (c’è una morale e l’autore si schiera in modo evidente), ruota tutta attorno alla (mancanza di) privacy e alla trasparenza.
Eggers si tiene a debita distanza dal troppo plausibile strizzando l’occhio alla fanta-fiction, tuttavia il linguaggio “social oriented” che ha creato ex-novo è estremamente complesso e credibile, i like sono sostituiti dagli smile e così via.
Il 1984 nel 2015?
Come tutte le opere di Eggers (tranne La struggente opera di un formidabile genio che è un capolavoro sì, ma tutt’altro che scorrevole) fila che è una meraviglia e lancia tante provocazioni, anche se l’impressione è che l’autore si sia stancato via via nel corso della stesura.
Non so se Orwell, in possesso delle odierne conoscenze tecnologiche, avrebbe scritto 1984 in questo modo, anzi lo so: no, questa è un’altra cosa; resta comunque un divertissemt che strapperà più di un “questo è molto più attuale di quel che sembra” agli addetti ai lavori. Consigliato.