Il pensiero laterale, di Edward De Bono

Come nascono le idee originali?

E possibile aumentare la propria creatività?

Perché alcune persone sono un pozzo di idee mentre altre si limitano a ricalcare sentieri già tracciati da altri?

Se ti sei posto queste domande almeno una volta, in questo libro troverai delle risposte. Almeno è quello che c’ho trovato io in questo ultimo libro letto nel 2016, consigliatomi da Alessandro Sportelli.

L’autore è Edward De Bono, la massima autorità riconosciuta nel campo del pensiero creativo e padre del pensiero laterale, appunto. Laureato in medicina e psicologia ha scritto 62 libri tradotti in 37 lingue e ha tenuto conferenze su questo argomento in 54 Paesi.

Il libro si basa sulla dicotomia del “pensiero verticale” contro il “pensiero laterale”. Per capire meglio di cosa si tratta ti faccio un esempio presente sul libro.

Mettiamo che tu sia un minatore e che tanti anni fa tu abbia trovato una vena d’oro. Negli anni hai scavato tanto e hai raccolto tanto oro, sei diventato uno dei massimi esperti di quella miniera, ma ora che sei arrivato al fondo non c’è quasi più nulla.

Ti si presentano due soluzioni o ti intestardisci che quella è la migliore miniera di sempre, perseveri nel presentarti come massima autorità di quella miniera (quasi vuota) e continui a scavare raccogliendo poco, oppure cambi.

Cambiare significa risalire, cercare un’altra vena. Questo comporta che per qualche tempo non scaverai affatto e non avrai quella seppur misera raccolta d’oro che avevi fino al giorno prima, perderesti il comfort di un luogo in cui eri un’autorità, però avresti un obiettivo a medio termine molto più ambizioso.

Pensiero verticale

Il pensiero che De Bono definisce verticale è il pensiero razionale, quello che non cerca nuove interpretazioni della realtà e che si dimostra poco fecondo per propiziare delle intuizioni. Il pensiero verticale è focalizzato sull’elaborazione successiva di una situazione già nota.

Se si affronta un problema con il metodo verticale si ottengono dei risultati logicamente corretti ma già implicitamente compresi nell’esposizione del problema stesso. Non si cambia strada con il pensiero verticale. Si giunge a delle conclusioni seguendo un procedimento graduale e fondato sull’abitudine.

In moltissimi casi è una grande qualità del nostro pensiero questa, ci permette di prendere scelte sensate, logiche e proficue facendo poca fatica. Quando invece dobbiamo uscire dal seminato per ottenere risultati diversi, dobbiamo affidarci al pensiero laterale.

Pensiero laterale

Il pensiero laterale è quello a cui dobbiamo far ricorso quando abbiamo bisogno di una soluzione innovativa. Si deve stravolgere il problema, partire dal punto più lontano possibile, ribaltare i dati, mescolare le ipotesi, negare certe sicurezze e in alcuni casi affidarci alla serendipity.

Il pensiero laterale tiene conto della molteplicità dei punti di vista da cui si può considerare un problema. Questo consente di sovvertire i rigidi schemi in cui spesso è costretta la nostra mente e di trovare le risposte anche a problemi all’apparenza irrisolvibili.

Forse ti sembrerà strano ma questo approccio è già un punto di riferimento per moltissime aziende nel mondo.

Mie considerazioni

Ho trovato la prima parte del libro davvero pratica, tutt’altro che teorica.

De Bono suggerisce delle tecniche per osservare ogni situazione da una pluralità di prospettive, degli stratagemmi pratici per scomporre la realtà in modi diversi da quelli a cui ci porterebbe la nostra formazione. L’obiettivo di è quello di imparare a pensare in modo diverso e creativo.

Mentre tutta la prima parte è un manuale di pratica, la seconda parte riporta tanti esempi mutuati dal mondo scientifico e accademico, ugualmente interessante ma poco attuabile.

L’autore

Edward De Bono, come già scritto, è considerato la massima autorità nel campo del pensiero creativo, ha scritto 62 libri tradotti in 37 lingue, e ha tenuto corsi e conferenze in 54 Paesi. Laureato in medicina e psicologia, de Bono ha tenuto lezioni a Oxford, Cambridge, Londra e Harvard.

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