LEGO serious play, la mia prima esperienza

Giovedì 23 Aprile ho avuto la possibilità di provare sul campo, anzi sul tavolo, il metodo LEGO® SERIOUS PLAY®.
L’occasione è arrivata dal workshop “Participatory Strategic Development Workshop attraverso l’utilizzo dei materiali e del metodo LEGO® SERIOUS PLAY®” a cui ho partecipato assieme ad altre 9 persone, impiegate anche loro nel settore dell’IT.
L’evento, condotto da Giorgio Beltrami “facilitatore” accreditato LEGO®, è stato organizzato e sponsorizzato da Reti Academy, azienda che si occupa di crescita manageriale e tecnologica.

Cos’è LEGO® SERIOUS PLAY®?

Il metodo LEGO® SERIOUS PLAY® (LSP) nasce negli anni ’90 nel quartier generale danese della LEGO®, come strategia aziendale per agevolare i processi decisionali, relativi sia al problem solving che alla produttività. Comprovata la validità del metodo, oggi LSP è uno strumento sempre più utilizzato anche al di fuori dell’azienda che l’ha ideato.

Concretamente si tratta di un metodo di apprendimento e autoapprendimento collaborativo che, attraverso modelli realizzati con i mattoncini LEGO, consente ai gruppi di discutere e migliorare la vita associativa.

Il principio che vi sta alla base è che descrivere e discutere la realtà tramite rappresentazioni plastiche metaforiche, è più facile. Inoltre dirottando il campo di “scontro” dall’ambito personale al tavolo da gioco, si creano i presupposti per far emergere nuovi scenari e per trasformare la conoscenza individuale in capitale organizzativo.

Ad ogni modo, come spesso accade in ambito “learn by doing”, anche LEGO® SERIOUS PLAY® è più facile da mettere in pratica che da spiegare.

Com’è andata

Per ragioni di tempo ci siamo concentrati sulla parte del metodo chiamata “Team Life” e, coordinati da Giorgio, ci siamo immedesimati in un team di sviluppo e gestione di un ipotetico sito web.

Ognuno dei presenti si è presentato agli altri dal punto di vista professionale, descrivendo le proprie capacità attraverso una costruzione LEGO. Ad esempio io, occupandomi di marketing e promozione online, ho usato un omino LEGO con megafono, impegnato ad accogliere una fila di omini davanti ad una porta aperta.

Ognuno ha poi spiegato attraverso la metafora LEGO a quale target dovrebbe rivolgersi il sito, quindi gli utenti, e quali funzioni indispensabili dovrebbe avere secondo lui.

Una volta presentati e spiegati i porpi lavori abbiamo assemblato il tutto in un grande progetto “landescape” e con dei “link” (i tubi simili a filamenti che vedi nella foto che ho postato) ognuno ha collegato la propria figura professionale con le proprie skills ad una specifica funzione del sito, quella con cui ci si trova più in sintonia e dove pensa di poter offrire il meglio.

Il risultato è un progetto dai forti connotati personali, con i paradigmi che gli ha dato il gruppo, difficilmente comprensibile da un’occhio esterno (ti sfido a trovare l’home page nella foto che ho postato!), ma estremamente chiaro, strutturato e carico di significati per il gruppo lo ha ideato, discusso e realizzato.

My 2 cents

Premesso che è stata la mia prima esperienza (spero sia la prima di una lunga serie) ed è durata solo 3 ore, ma il fatto che fossimo solo in 10 ci ha permesso di lavorare bene, di mettere in piedi una simulazione del metodo credibile e ben strutturata. Tutto sommato un paio di idee su questo approccio al project management penso di essermele fatte.

La prima considerazione, contrariamente a quanto potessi pensare, è che i LEGO non costituiscono il pretesto giocoso per qualcosa di pseudo-lavorativo, i LEGO sono solo uno strumento. L’approccio di chi ha ideato il metodo non è stato una cosa tipo “abbiamo i LEGO (che sono la cosa più figa che c’è) inventiamci un metodo”, quanto piuttosto “abbiamo un metodo di management e problem solving strutturato sul learn by doing, attuiamolo con quello che abbiamo: i LEGO”.

La mia seconda considerazione è che l’approccio “learn by doing” è davvero potente, sostanzialmente le mani lavorano da sole e da subito, poi si è quasi costretti a spiegare anche a parole quello che le mani hanno già messo sul tavolo. Questo secondo aspetto mi ha ricordato da vicino un meccanismo che da sempre apprezzo delle mappe mentali: i disegni sui rami e i rami stessi sono uno sprone ad approfondire a continuare e ad andare avanti.

Libri per approfondire

Se questo post ti ha incuriosito e vuoi saperne di più, ti consiglio questi due libri: Il metodo LEGO® SERIOUS PLAY® per il business e Lego story (questo secondo ha solo un breve capitolo dedicato al metodo).

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