John Junior Thibodeau nasce e vive nel Maine durante gli anni 80, con il babbo (reduce dal Vietnam), la mamma, il fratello maggiore e una voce che solo lui può sentire.
La voce in questione si riferisce a se stessa usando il “noi” ed è con lui sin da quando era un feto. La voce gli comunica verità che nessuna persona sarebbe in grado di conoscere, anche per questo Junior sviluppa un’intelligenza fuori dal comune.
Fra le altre cose la voce lo informa che il 15 giugno 2010 – ovverossia 36 anni, 168 giorni, 14 ore e 23 secondi dopo la sua nascita – una cometa si schianterà contro la Terra scatenando un’energia esplosiva equivalente a 283.824.000 bombe di Hiroshima. Sopravviveranno solo una piccola percentuale di microrganismi.
Con questo fardello terribile Junior dovrà affrontare e attraversare la propria esistenza. Come se non bastasse, a rendere più difficile la crisi esistenziale del protagonista contribuiranno i familiari: la madre piena di ansie, il fratello maggiore un tempo baby tossicodipendente e ora giocatore professionista di baseball (inebetito o asceta decidetelo voi) e il padre la cui malattia mortale finirà per tirar fuori il meglio e il peggio da Junior.
E poi c’è Amy, il grande amore di Junior.
Conosciuta a scuola il giorno dell’espolosione dello Shuttle Challenger, con Amy vivrà una bellissima storia d’amore adolescenziale, fino alla separazione e a un riavvicinamento, 14 anni dopo, che (forse) salverà l’umanità.
Riuscirà davvero Junior a salvare l’umanità? E se stesso? Ma c’è davvero differenza? Si può salvare gli altri senza salvare se stessi?
Cosa è davvero importante?
Junior è costantemente tormentato dalla domanda: “le cose che faccio hanno davvero importanza?”. Si può dare un senso a un’esistenza con i giorni contati?
Il libro comincia con una citazione dei Flaming Lips, forse il più grnade gruppo indie statunitense degli ultimi 30’anni, una citazione dal brano In The Morning Of The Magicians preso da uno dei dischi più belli e importanti della band di Oklahoma City: Yoshimi Battle And The Pink Robots.
(Senza contare che la copertina del libro mi ricorda da vicino And Then Nothing Turned Itself Inside Out degli Yo la Tengo.)
“what is love and what is hate
and why does it matter”
In The Morning Of The Magicians
The Flaming Lips
Assolutamente consigliato.